L’ottavo disco di fra Leonardo Civitavecchia: “GUARDA IL CIELO”

L’ottavo disco di fra Leonardo Civitavecchia: “GUARDA IL CIELO”

16 Maggio 2019

Guardo il cielo per trovare la direzione
Prefazione di Roberto Allegri, giornalista e scrittore
 
La vita di un cristiano è un viaggio bellissimo che comincia da bambini. Ha il profumo della mamma che, prima di rimboccarti le coperte, ti insegna a recitare la preghiera per l'angelo custode. E ha la forte stretta di mano del papà che ti porta a Messa e ti guida tra le panche, verso l'altare, spiegandoti che dietro quella porticina dorata c'è Gesù in persona e ti aspetta sempre, aspetta tutti, anche quando la chiesa è chiusa. Il viaggio di ogni cristiano è un'avventura e come tutte le avventure è piena di colpi di scena, di imprevisti, a volte purtroppo brutti e tragici. A volte così pesanti da piegare le ginocchia. È però in questi momenti che si scopre davvero di non essere soli durante il tragitto. Mai si è soli. La solitudine è il non accorgersi che la strada la si sta facendo sempre accompagnati. È questa realtà, che nella sofferenza riesce a dare sollievo, ad essere cantata da fra Leonardo nel suo nuovo progetto musicale. Chi ci accompagna allora nel viaggio della vita?
 
Lo spiega bene fra Leonardo. C'è un'immagine che ricorre nei suoi brani ed è la presenza del Cielo. È il Cielo ad essere sempre con noi nel cammino. Con il suo cambiare, scandisce il passare della giornata. E fornisce la direzione. Fra Leonardo lo dipinge dicendo: Guarda verso il cielo/guarda l'infinito/troverai la strada. Il Cielo regala albe e tramonti che inteneriscono e spingono alla preghiera. È la nostra meta finale ma è anche il compagno di ogni giornata. Ed è il recipiente in cui versare tutto ciò che siamo. Io alzo gli occhi e guardo il tuo cielo, dice fra Leonardo.
Il Cielo è l'abbraccio che ci avvolge di notte, quando il buio ingigantisce le paure. È così. Di notte, quando capita di restare svegli, i problemi sembrano enormi, sembrano massi immani in bilico precario, pronti a caderci addosso. Il Cielo allora invita alla preghiera. E pregando, ogni cosa si fa sottile. Di notte, quando ci sono pochi rumori e il cuore agitato delle persone riposa, le preghiere impiegano meno tempo a raggiungere il Cielo. Di notte, la porta lassù è aperta e le parole, non c'è bisogno di ripeterle perché si sentono benissimo. Tutti viaggiamo. E lo facciamo sotto il Cielo. Possiamo camminare in silenzio, sprofondati in noi stessi. Oppure possiamo farlo cantando. Fra Leonardo ci dà il "la". Dobbiamo poi solo seguire il suo esempio.

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