Arrivederci fra Raffaele, ora contempli ciò che hai sempre sperato e cercato

Arrivederci fra Raffaele, ora contempli ciò che hai sempre sperato e cercato

24 Agosto 2020

Si è ricongiunto all'Amore eterno del Padre fra RAFFAELE LANESE, i funerali saranno celebrati lunedì 24 agosto alle ore 10,30 nella Chiesa parrocchiale S. Antonio in Bari.
 
Una delle cose che mi ha sempre affascinato del francescanesimo è il suo essere “inclusivista" in una società esclusivista. Ciò che per altri può essere scartabile diventa, per una comunità veramente francescana, risorsa preziosa. Fra Raffaele, originario del Molise (Montagano), era stato accolto dalla provincia religiosa di San Michele Arcangelo per essere un famulo, ovvero un laico che condivideva lo stile di vita e l’habitat dei frati senza aver professato solennemente i consigli evangelici nell’Ordine dei Frati Minori. Si trattava di un uomo dalla semplicità disarmante, fino la punto di essere considerato, all’interno della nostra famiglia provinciale, una vera e propria icona della suddetta virtù. Le sue mansioni sono sempre state umili, per lo più lavori domestici e questua, servendo per lunghi anni la comunità di S. Maria dei Martiri a Molfetta e quella di S. Antonio in Bari. Si potrebbe comporre un vero e proprio florilegio con i tanti aneddoti che i frati spesso amano raccontare durante i momenti fraternii. Si tratta di quel tipo di storie che fanno sì sorridere, ma non senza suscitare nel contempo tenerezza. Accedendo al convento di S. Antonio a Bari, si poteva facilmente trovarlo lungo il perimetro del corridoio, con molta probabilità davanti a un’immagine sacra nell’atto di pregare. Chi lo conosce sa bene che la lode a Dio era il suo respiro, e posso dire questo senza il pericolo di esagerare. Se per caso gli si faceva notare che non era necessario fermarsi presso ogni immagine sacra, lui continuava imperterrito. Quando a tavola qualcuno dimenticava un'orazione, fra Raffaele lo faceva notare, anche con una certa energia. Se notava l’assenza di qualcuno, non mancava di farlo subito presente a un frate della comunità, continuando a chiedere finche non otteneva adeguate delucidazioni, così che tutti avevano la premura di avvisare quando si partiva per un viaggio... per la serenità di tutti. Quando durante il pranzo o la cena un frate saltava una pietanza, non mancava di esortarlo a prendere cibo, preoccupandosi per la sua salute, sosteneva infatti che bisognava essere ben nutriti per lavorare e pregare bene. Apprezzava anche i doni più semplici: un’immaginetta poteva renderlo felice, oppure una barretta di cioccolato... se il diabete lo concedeva. Un’altra sua caratteristica era la grande pazienza che mostrava nelle tribolazioni, al punto che se aveva un male o stava vivendo una situazione di sofferenza, bisognava prima intuirlo e poi convincerlo ad aprirsi. Frequentarlo era un continuo richiamare alla mente un celebre passo del Vangelo: In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. (Mt 18,1-5).
 
Se fra di noi qualcuno ha messo in pratica questa parola di certo l’hai fatto tu. Ora contempli ciò che hai sempre sperato e cercato... arrivederci fra Raffaele!
 
fra Umberto Panipucci

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