Nuovo dépliant del Convento S. Leone di Bitonto (Ba)

Nuovo dépliant del Convento S. Leone di Bitonto (Ba)

29 Agosto 2017

La fraternità del Convento San leone Magno di Bitonto, ha realizzato un efficace dépliant per diffondere la storia dell'originario insediamento basiliano trasformato in monastero dai benedettini tra il X e l'XI sec. e successivamente passato nel 1880 nelle mani dei Minori Osservanti.

Su un originario insediamento basiliano, nei pressi della via Catina che portava al mare, tra i secoli X e XI venne fondato un Monastero Benedettino denominato di San Leone Magno. I documenti più antichi che ne attestano l’esistenza e l’attività già abbastanza sviluppata sono del 1148 /1172. Sempre nell’ambito delle opere dei benedettini già a quell’epoca è segnalata la Fiera di San Leone, citata anche nel Decamerone del Boccaccio. Alla fine del XIII secolo ai Benedettini subentrano i Cistercensi. I resti di questo antico Monastero sono poco decifrabili, ma nel presbiterio della chiesa restano gli affreschi degli inizi del XIV secolo di scuola umbra, raffiguranti l’albero della vita, gli apostoli, gli evangelisti e diversi santi fondatori di Ordini religiosi. Finita in Commenda nel 1444, nel 1494 l’Abbazia fu affidata agli Olivetani, che vi rimasero fino al 1800, e a cui si deve l’attuale impianto della chiesa e il maestoso chiostro (1524). All’epoca degli Olivetani appartengono anche gli altari, restaurati alla fine dell‘800 dai francescani. Nel 1807 e nel 1866 l’Abbazia fu soggetta a due soppressioni che in parte la portarono alla rovina – sia della chiesa che del chiostro – e in parte alla cessione a privati. Dal 1880, in circa dieci anni, ciò che restava fu comprato dai Frati Minori Osservanti, che erano stati estromessi all’inizio del secolo dal Convento di S. Maria della Chinisa, e che qui ripristinarono la Provincia Osservante di San Nicolò in terra di Bari. Questo Convento fu per dieci anni Curia provinciale, Casa di Noviziato e Studentato. In quegli anni i frati ottennero dal Demanio anche i resti della chiesa – di cui era crollato il tetto e parti delle pareti – che venne restaurata dall’arch. Ettore Bernich e dall’ing. Luigi Sylos a cui si deve, in particolare il rifacimento degli altari laterali settecenteschi. La chiesa, oltre ad una antica statua in pietra di San Leone e agli affreschi citati, conserva tre statue di santi (Immacolata, San Francesco e Sant’Antonio) e la statua del Risorto (che si trova in sacrestia) opere in cartapesta degli inizi del ‘900 di Carmelo Bruno di Lecce. Di recente il locale antistante l’antico ingresso della chiesa è stato adibito a Cappella di San Pio da Pietrelcina e a Sala delle Confessioni e la chiesa è stata arricchita da due iconi del Crocifisso e dell’Annunciazione del pittore francescano p. Tommaso Rignanese.

In dowload il dépliant.

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